La storia

La corsa che rivela i campioni

La Coppa Bernocchi è una corsa ciclistica in linea per professionisti. Il suo percorso stradale attraversa l’Alto Milanese e insieme alla Coppa Agostoni e alla Tre Valli Varesine, dà vita al “Trittico Lombardo” ed è inserita nel calendario dell’UCI Europe Tour Classe 1.1 e prova della Cycling Cup.

La gara viene disputata ogni anno dal 1919, con partenza da Piazza San Magno, cuore della Città di Legnano, e arrivo sul rettilineo di corso Pietro Toselli.

La Coppa Bernocchi, oltre a essere tappa fondamentale per il ciclismo professionistico nazionale ed internazionale, è un appuntamento importante per l’U.S. Legnanese che da sempre promuove gli esordienti e vuole trasmettere la cultura sportiva anche ai più giovani.

La Storia

Avere una competizione ciclistica capace di diventare una classica, come quelle che già si svolgevano in Piemonte, in Romagna, in Emilia e in Veneto, questo il sogno di Pino Cozzi (presidente dell’U.S. Legnanese che fin dagli esordi ha coltivato la passione per lo sport, con una predilezione per il ciclismo e il podismo.
Tra il sogno e la realtà si frappone la Grande Guerra che lascerà una pesante eredità in termini di perdite e devastazioni, ma il coraggio di ricominciare ne uscirà rafforzato e già nel 1919 la Bernocchi è realtà. L’U.V.I. preciserà che agli esordi la gara dovrà essere riservata ai corridori dilettanti, per questo si dirà che la Coppa Bernocchi è “la corsa che rivela i campioni”.

Bisognerà pazientare ancora prima di annoverare la Bernocchi tra le classiche, ma la prima fondamentale tappa era raggiunta. Il salto di qualità avverrà quando la Federazione Ciclistica Italiana (denominazione imposta dal fascismo), decide di promuovere i corridori indipendenti, già ammessi alla Bernocchi nelle edizioni precedenti, alla categoria professionisti.

La corsa verrà definita dalla F.C.I. “Coppa dell’Industria” e si correrà sulla distanza di 234 Km.

“Se io ci metto una Lira…”

E’ il 1919, Pino Cozzi lancia la proposta al senatore Antonio Bernocchi filantropo e imprenditore legnanese, uomo di ampie vedute e mecenate che già in passato aveva sostenuto scuole, associazioni e iniziative ricevendo anche l’elogio di sua Maestà il Re.

La “leggenda” narra di una proposta nata tra il serio e il faceto, quando Pino Cozzi lancia la provocazione al Senatore: “Se io ci metto una lira, lei ce ne mette 1000 e facciamo una corsa professionistica”. Cozzi e Bernocchi non scherzavano e dal 1919 la Bernocchi è una realtà, banco di prova per i ciclisti della Nazionale Italiana e per i colleghi di tutto il mondo.

I Campioni

Nel 1935 la Bernocchi, giunta alla sua 17° edizione, vede riconosciuto l’impegno organizzativo e la Federazione promuove la Coppa a prova del Campionato Assoluto. E’ il 29 settembre, Legnano è invasa da tifosi, Girardengo correrà una delle ultime corse della sua carriera e la vittoria sarà di conquistata da Learco Guerra.

La 20° edizione viene ricordata con particolare importanza perché sarà valevole per l’assegnazione del Gran Premio della Federazione Ciclistica Italiana. I ritmi saranno serrati, si volerà a una media di 50 orari, in Finale Crippa cade e Cinelli conquista il traguardo, a fine stagione si imporrà anche su Bartali e Baio (nipote di Girardengo), nel Giro di Lombardia. La seconda guerra mondiale non fermerà la Bernocchi, che verrà però fortemente ridimensionata dalla F.C.I, con un percorso di soli 100 Km. La corsa verrà disputata l’8 ottobre e il pubblico seguirà le gesta degli atleti tra i quali spiccano Fausto Coppi e Adolfo Leoni che vincerà la Bernocchi. Coppi tornerà in seguito a Legnano sostenuto dai sempre più numerosi tifosi, conquistati dalla vittoria del Giro d’Italia.

Nel 1943 la guerra incalza, il Giro d’Italia non si può correre, ma non si rinuncia all’assegnazione della maglia rosa, conquistata con l’ordine di arrivo delle principali corse. La macchina organizzativa anticipa la gara al 25 luglio, ma nel mentre è in corso la riunione del gran consiglio del fascismo e Mussolini verrà arrestato. La gara pronta a partire non viene disputata. La gara si svolgerà con regolarità negli anni successivi, ma senza i grandi campioni impegnati al fronte. Sarà Aldo Ronconi a tagliare il primo traguardo in tempo di pace nel 1946, mentre Bartali e Coppi continueranno la loro guerra personale a colpi di pedale.

L’anno successivo il ciclismo è rilanciato in tutta Europa, icona di una voglia di ritorno alla normalità. La Bernocchi diventa l’ultima delle cinque gare che decidono l’assegnazione del titolo. Bartali non corre in segno di protesta contro la F.C.I. che ha autorizzato un cambiamento di percorso del Giro del Veneto. Coppi è l’uomo da battere, ma verrà tolto dall’ordine di arrivo per cambio irregolare di una ruota, riuscirà comunque ad aggiudicarsi il titolo di Campione d’Italia.

Nel 1976 si ricorda un’epica vittoria di Franco Bitossi, già vincitore alla Bernocchi nel 1968, dopo sette ore e mezza di acqua e vento “roba da ridurre le ossa in poltiglia. Uno spettacolo d’altri tempi, a tratti commuovente a tratti esaltanti, al termine del quale quella vecchia faina del Bitossi si laurea campione” (tratto da “Ciclismo a Legnano”)

Un passato recente

Siamo ormai nei ricordi a colori vivaci, inaugurati da un grande campione come Saronni che arriverà alla Bernocchi nel 1977, giocando in casa a pochi chilometri da San Lorenzo di Parabiago, dove vive. Un settimo posto apprezzabile, preludio delle vittorie che lo attenderanno di lì a poco. Nel 1979 è di nuovo alla Bernocchi, questa volta con il titolo di Campione d’Italia sulle spalle.

Nel 1981 Saronni arriva a Legnano con il compito di non fallire e conquista la vittoria sul “muro” di Lonate a due chilometri dall’arrivo con un irresistibile scatto al quale nessuno ha saputo rispondere, nemmeno Francesco Moser, già vincitore della Bernocchi nel 1974, con il quale si era creata una competizione riportata anche dai giornali dell’epoca.

Vittoria sotto la pioggia nel 1982 per Contini, “il ragioniere di Leggiuno” che precede Masciarelli, gregario di Moser e staccando il gruppo di oltre due minuti e mezzo.

Gli anni ‘80 si chiudono con una doppia vittoria di Guido Bontempi nel 1987 e nel 1988, ma come disse Saronni “Non si deve credere che sia facile vincere la Bernocchi. Basta il più piccolo degli errori e una disattenzione per trovare avversari pronti a batterti” . Gli anni ‘90 dimostreranno proprio questa alternanza nelle vittorie. Bisognerà attendere il 2005 con Danilo Napolitano per vedere, per la prima volta nella storia della competizione, la vittoria per tre anni consecutivi dello stesso campione.

Si arriva alla linea di partenza di questa 99° edizione con l’esempio di Sacha Modolo, doppietta nel 2012 e 2013 e con l’entusiasmo di Vincenzo Nibali al traguardo legnanese nel 2015, che ha saputo coinvolgere il pubblico italiano appassionando non solo i tifosi e gli addetti ai lavori.

Giacomo Nizzolo è l’ultimo campione della Coppa Bernocchi, vincitore nel 2016.

Curiosità

• Dal 1938 la Unione Velocipedistica ha concesso alla “Bernocchi” si fregiarsi dell’appellativo di corsa classica e dal 1978 la corsa è valida per il Gran Premio Banca di Legnano (ora BPM)

• La Coppa Bernocchi non è mai stata sospesa ed è stata organizzata ogni anno dal 1919 a oggi. Nel 1943 non venne fatta disputare dalle Autorità di Pubblica Sicurezza il giorno prima del suo svolgimento prevista per il 25 luglio 1943 a causa dei noti avvenimenti politici che porteranno all’arresto di Benito Mussolini.

• Nel Libro d’Oro Ufficiale non risulta il nome del vincitore della edizione dell’anno 1931 (Alfredo Bovet) in quanto la gara venne successivamente annullata per presunte irregolarità.