Nel 1935 la Bernocchi, giunta alla sua 17° edizione, vede riconosciuto l’impegno organizzativo e la Federazione promuove la Coppa a prova del Campionato Assoluto. E’ il 29 settembre, Legnano è invasa da tifosi, Girardengo correrà una delle ultime corse della sua carriera e la vittoria sarà di conquistata da Learco Guerra.
La 20° edizione viene ricordata con particolare importanza perché sarà valevole per l’assegnazione del Gran Premio della Federazione Ciclistica Italiana. I ritmi saranno serrati, si volerà a una media di 50 orari, in Finale Crippa cade e Cinelli conquista il traguardo, a fine stagione si imporrà anche su Bartali e Baio (nipote di Girardengo), nel Giro di Lombardia. La seconda guerra mondiale non fermerà la Bernocchi, che verrà però fortemente ridimensionata dalla F.C.I, con un percorso di soli 100 Km. La corsa verrà disputata l’8 ottobre e il pubblico seguirà le gesta degli atleti tra i quali spiccano Fausto Coppi e Adolfo Leoni che vincerà la Bernocchi. Coppi tornerà in seguito a Legnano sostenuto dai sempre più numerosi tifosi, conquistati dalla vittoria del Giro d’Italia.
Nel 1943 la guerra incalza, il Giro d’Italia non si può correre, ma non si rinuncia all’assegnazione della maglia rosa, conquistata con l’ordine di arrivo delle principali corse. La macchina organizzativa anticipa la gara al 25 luglio, ma nel mentre è in corso la riunione del gran consiglio del fascismo e Mussolini verrà arrestato. La gara pronta a partire non viene disputata. La gara si svolgerà con regolarità negli anni successivi, ma senza i grandi campioni impegnati al fronte. Sarà Aldo Ronconi a tagliare il primo traguardo in tempo di pace nel 1946, mentre Bartali e Coppi continueranno la loro guerra personale a colpi di pedale.
L’anno successivo il ciclismo è rilanciato in tutta Europa, icona di una voglia di ritorno alla normalità. La Bernocchi diventa l’ultima delle cinque gare che decidono l’assegnazione del titolo. Bartali non corre in segno di protesta contro la F.C.I. che ha autorizzato un cambiamento di percorso del Giro del Veneto. Coppi è l’uomo da battere, ma verrà tolto dall’ordine di arrivo per cambio irregolare di una ruota, riuscirà comunque ad aggiudicarsi il titolo di Campione d’Italia.
Nel 1976 si ricorda un’epica vittoria di Franco Bitossi, già vincitore alla Bernocchi nel 1968, dopo sette ore e mezza di acqua e vento “roba da ridurre le ossa in poltiglia. Uno spettacolo d’altri tempi, a tratti commuovente a tratti esaltanti, al termine del quale quella vecchia faina del Bitossi si laurea campione” (tratto da “Ciclismo a Legnano”)